Menu principale:
CORNIGLIA
E' il borgo di mezzo; il più piccolo, il più elevato. Si sviluppa dalla sporgenza sul mare, a 90 m. di altezza, di un promontorio roccioso che fa contrafforte alla catena montuosa che corre quasi parallela alla costa, at-
Tra i numerosi resti del tempo medioevale primeggia la chiesa, dedicata a S. Pietro. Iniziata nel 1334, fu compiuta nel 1Corniglia351. Un'iscrizione gotica sopra il portale ne fa fede e ne attribuisce l'opera ai noti maestri di Campiglio (Pistoia), Matteo e Pietro. Pare sia lo stesso Matteo, lo scalpellino, autore della statua di S. Jacopo del duomo di Pistoia. La costruzione è perfettamente orientata, cioè in senso ovest-
La facciata, che è rimasta la parte più interessante, è costruita con pietra locale. II cornicione è a denti di sega, sorretti da archetti ogivali tribolanti pensili e terminanti in beccatellucci scolpiti talvolta a testine di animali. Nella parte centrale, sopra l'entrata, primeggia il rosone, in marmo di Carrara ccn intagli vari e assai belli. Vi sono diver-
Nella piazzetta principale del paese si affaccia la chiesa oratorio, sede della Confraternita e dedicata alla presentazione di Maria e a S. Caterina: vi si nota una Presentazione di Maria al tempio e S. Giovanni Battista, sec. XVIII e una Pietà, sec. XVIII.
Le più significative tradizioni furono sempre legate alla vita religiosa del paese.
Notiamo anche un piccolo residuo di una civiltà pagana nel fuoco acceso per la festa di S. Caterina da Genova. Si radunavano nei giorni precedenti tutte le sterpaglie e i tralci potati dalle viti, o altra legna e si ardeva con un gran falò sul piazzale della chiesa.
Altra tradizione, ormai scomparsa, era la « castigazione dei Giudei ». I ragazzi, nel pomeriggio del mercoledì, giovedì e venerdì santo, prima dell' « Ufficio delle Tenebre », si radunavano sul sagrato, alla presenza del par-
Alla sera del Giovedì Santo, prima della riforma liturgica, il popolo si recava in processione, con torce e ceri, fino al colle delle « Tre Croci », davanti al paese dove termina l'oliveto. Anche per ricordare l'attesa del Signore nell'orto degli olivi.
Alla sera del Venerdì santo, dopo la « Via crucis », il popolo attraversa in processione il paese fino alla piazzetta di S. Maria, per ritornare in chiesa, sotto le luminarie, preparate dalla gente, quasi a voler fare della strada la dimora comune dei Cornigliesi.
Proverbi Locali
A lengua a nou gh'a d'ossa, ma a faa roumpì grosse
trad.
La lingua non ha ossa, ma fa romper l'ossa.