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MANAROLA


Manarolarola fa parte del Comune di Riomaggiore.Un gruppo di case è ben piantato sulle rocce in faccia al mare; poi, su, su, a monte della ferrovia, altre case lungo il torrente, ora ricoperto. Dopo un'ampia curva, un altro gruppo più folto, e si arriva come per incanto sulla piazzetta della chiesa, compresa fra il tozzo campanile che s'affaccia sulla parte sottostante del paese, l'oratorio della confraternita della SS. Annunziata e la severa ma graziosa facciata della chiesa parrocchiale.

Manarola fa parte del Comune di Riomaggiore.Un gruppo di case è ben piantato sulle rocce in faccia al
mare; poi, su, su, a monte della ferrovia, altre case lungo il torrente, ora ricoperto. Dopo un'ampia curva, un altro gruppo più folto, e si arriva come per incanto sulla piazzetta della chiesa, compresa fra il tozzo campanile che s'affaccia sulla parte sottostante del paese, l'oratorio della confraternita della SS. Annunziata e la severa ma graziosa facciata della chiesa parrocchiale.
Da ogni parte si alza Io sguardo, eccetto che verso il mare, sovrastano i ripidi vigneti ancora intensamente coltivati.Il nome « ManManarolaarola »: forse da « mainaòa » cioè marinarola, piccola marina. Altri lo vorrebbe da monna Anna Rolanda: da una sua nipote moglie del marchese Lorenzo, mentre soggiornava ospite in casa sua, sarebbe qui nato nel 1182 Sinibaldo Fiesco, che poi fu papa Innocenzo IV dal 1243 al 7/12/1254. Chi invece lo fa derivare da « Mànium àrula » cioè piccola ara dei Mani, le divinità roma­ne delle anime dei defunti. Una quarta ipotesi è questa: poiché esiste il nome Riomaggiore e accanto a Riomaggiore la valletta di Rio finale, cioè confinante (con Manarola) il nome Manarola deriverebbe da « magno rio », grande rio: ed effettivamente è il torrente più lungo e ricco d'acqua della zona.
II primo nucleo abitato fu a Volastra, dove passava una via militare e c'era il cambio dei cavalli. Alcuni mostrano sotto due archi di pietra, ora inglobati nel muro e situati nella parte bassa del paese, il luogo di questa « muta ».Gli insediamenti presso il mare furono dettati in un primo tempo da motivi strategici. Ancora oggi è visibile il torrione sullo scoglio e ora trasformato in abitazione. II primo nucleo sorse intorno all'attuale via Baluardo fino all'Arpàio, sullo sperone roccioso e con le abitazioni verso il versante sinistro del torrente, nascoste cioè dalla vista di chi veniva dal mare per protezione contro le scorribande piratesche. La via panoramica, l'attuale via A. Rollando, che dall'inizio della piazza della chiesa sale per un tratto e poi si dirige verso il mare, era chiamata, e lo è ancora, « serravallo » cioè
chiudi il vallo e terminava nella piazzola Castello. Da piazza Castello verso nord vi è ancora una strettoia e un volto chiamato « porta rossa » for-se per un fatto di sangue. Più in basso,vicino alla marina, dalla parte sinistra del torrente vi è la porta « baluardo e altra porta strettissima e col foro per gettare acqua o olio bollente sugli assalitori era più in alto agli inizi del bastione. Da Serravallo al Salto del diavolo che guarda il mare Manarolaaperto verso sùd c'erano a piano terra delle case dei cisternoni di pietra che servivano per la riserva d'acqua in caso di assedio.

Altre costruzioni furono fatte più in alto, presso l'attuale piazza Duomo. Una delle prime fu certamente l'attuale campanile, staccato e di fronte alla chiesa: guarda verso il mare e fu torre di avvistamento e di difesa. Fu poi accresciuto in altezza e munito della cuspide.

Proverbi Locali
A famigia cun en prève, en porcu, e n'ortu, a va sempre ben en portu.
trad.
La famiglia con un prete, un porco e un orto, va sembra bene in porto.


Particolarità
Quando si sposava qualcuno o c'era stato qualche battesimo, all'uscita di chiesa, i ragazzi chiedevano ai parenti di gettare i confetti, chiedendo: « A benediga>>

 
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