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RIOMAGGIORE


E' un grosso borgo. Le case addossate una all'altra quasi a protezione e sostegno vicendevoli si ergono dalla scogliera sul mare lungo i due lati dal torrente maggiore e si addentrano verso il monte fin dove la larghezza della valle e la relativa pendenza lo rendono possibile. Alcune case sono più alte che quelle degli altri paesi come se dall'ombra della valle cercassero qualche ora di sole in più o si ergessero in punta di piedi per gettare uno sguardo verso il mare o verso le creste delle colline confinanti col cielo. A oriente, circondato dalle gradinate dei vigneti, sovrasta il santuario di
Montenero. Dall'altra parte una dorsale si spinge quasi al mare come per sostenere i ruderi del castello e il torrione e divide l'altro lembo del paese dove sono la stazione e alcune Via Amorecase di costruzione recente presso il torrente Rio finale. Vi sono due piccole spiagge: una alla foce del Rio Finale, davanti alla stazio­ne, si è formata per lo scarico dei detriti quando costrui­rono la galleria ferroviaria di Biassa; l'altra spiaggia a un centinaio di metri oltre gli scogli sulla sinistra del Rio grande è quella di Fòssola: una minuscola insenatura di bellezza solitaria, quasi un capriccio di luce e di colore nel profumo delle alghe. In alto, verso levante, oltre i vigneti, la mole dei monti culminanti nelle cime del Brama­pàn (m. 667) e dei Verùgoli o Verrùgola (m. 740), deturpato quest'ultimo da recenti costruzioni di « ponti » radiotelefonici. Presso la stazione ferroviaria inizia il sentiero « via dell'amore » che, scorrendo sugli scogli a picco sul mare, in un quarto d'ora, porta alla vicina Manarola. Da questo sentiero si possono osservare interessanti forme di roc­cia arenaria compatta: formatasi nei millenni sul fondo marino, ora si erge a tratti quasi verticali e offre talvol­ta curiosi disegni a zig zag e a trapunto dovuti in gran parte all'azione del mare che li rende quasi simili a grossi pezzi di sughero.


Monumenti

La chiesa parrocchiale di S. Giovanni Battista sorge nella parte alta del paese, verso nord-est. Fu fondata 1'8 settembre 1340. E' a tre navate. Era divisa da pilastri polistili con capitelli sferocubici, sgusciati agli angoli, consolidati da archi trasversali in conci alternati bianco neri. Tetto ligneo. Riflette le forme delle grandi chiese mona­stiche genovesi della seconda metà del secolo XIII: probabile opera dei maestri Antelami. Nel 1870/71 crollò la facciata e la chiesa fu allungata con una campata, le colonne furono sostituite da pilastri e la facciata fu rifatta con un nuovo stile. II pulpito fu ricostruito in forme barocche nel 1663. Ha incorporati tre bassorilievi. Il primo è della prima metà del 1400, raffigura la Madonna col Figlio, s. Giovanni B. e S. Francesco. Un altro di stile diverso: s. Martino e i santi Gioacchino e Anna, è una pala d'altare del 1530, già ap­partenente alla chiesa vecchia di S. Martino di Biassa. Del tardo rinascimento è il bassorilievo, trittico, sulla porta della sacristia: la Madonna e i santi G. B. e Domenico. Nella Chiesa vi è un crocifisso ligneo al naturale, opera di intagliatori genovesi (sec. XVII-XVIII), alterato da riverniciature. Vi è la tela attribuita a Domenico Fiasella di Sarzana (1589-1669): raffigura la predicazione di S. Gio­vanni B. nel deserto. Una tempera su legno, appartiene all'oratorio di S. Rocco, raffigura la Madonna tra i santi Sebastiano e Rocco: trittico del sec. XV.

L'Oratorio di S. Antonio abate, si trova tra l'abitato, sul lato sinistro, a metà della salita omonima; è un picco-lo vano. Di interesse un affresco del sec. XVIII, raffigura il Santo. L'oratorio fu costruito forse nel 1200. Secondo una tradizione servi per un certo tempo da chiesa parrocchiale.


L'Oratorio di S. Rocco, sorge quasi in cima allo spe­rone di collina che divide i versanti dei due torrenti, presso i ruderi del castello. Ha sul davanti un piccolo portico.

Nella parte alta del paese, in una piazzuola, si erge l'Oratorio di N.S. Assunta. Vi si notano due finestre late­rali molto slanciate. Forse fu costruito nel 1476. All'interno vi è una tempera su legno a forma di trittico con fondo oro. E' del XV secolo: raffigura la Vergine col Bambino fra s. Giovanni Battista e (forse) s. Domenico: la cornice e il coronarmento sono più recenti. L'oratorio appartiene alla Confraternita di N.S. Assunta.

Proverbi Locali
Da setembre a se tagiacu ca pende
trad.
Di settem­bre si taglia quello che pende

Nadàu sensa nèive i nu va 'na grana de pèive
trad.
Natale senza neve, non vale una grana di pepe

Una Favola


In una notte di luna piena gli abitanti riuniti presso il mare decisero che si poteva arrivare alla luna. Qualcuno pensò di mettere delle botti una sopra l'altra. Dato che di botti a quei tempi ce ne erano tante, cominciarono a radunarle e a sovrapporle e di tutte le dimensioni. Più ne arrivavano e più erano issate, fra l'entusiasmo dei presenti. Quando l'entusiasmo fu al colmo, ci si accorse che mancava una sola botte per arrivare alla luna. Visto che non ne arrivavano più, fu dato ordine di toglierne una di sotto e aggiungerla di sopra. Tra il silenzio attonito dei presenti fu iniziata la delicata operazione, ma la torre crollò con grande fragore. Qualcuno, più ottimista, rima-se convinto della riuscita dell'impresa e che la luna, in ringraziamento avesse rimandato giù le botti, indispensabili per la vendemmia ormai imminente.



 
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